CARTI LEGIONARE IN LIMBA ITALIANA

Horia Cosmovici (a cura di), Il processo Codreanu, pp. 194, 12,86

Le modalità scandalose con cui si svolse il processo, l'oltraggio che dovette subire Codreanu vennero raccontati dall'avvocato Horia Cosmovici (uno dei difensori del Capitano) in un libro pubblicato clandestinamente in Romania all'indomani del processo e contenente il resoconto delle udienze. Ora questo eccezionale documento è possibile leggerlo anche in italiano (…) Dalla sua lettura risalta non solo l'ampiezza del progetto persecutorio, ma anche l'abissale distanza morale che separa il Capitano dai suoi persecutori. Codreanu è perfettamente consapevole che in quell'aula non si cercherà la verità, che questa, già precostituita, serve soltanto da pretesto per tenerlo in carcere e per colpire attraverso di lui la Guardia di Ferro (…) La sua sorte è segnata? Codreanu non sembra preoccuparsene: come ogni soldato politico egli sa bene che il martirio, la prigione, la tortura, l'infamia sono possibilità da mettere, per così dire, in bilancio, soprattutto da chi come lui si propone obiettivi di rinascita spirituale e di perfezione morale. È questa la premessa di ogni cambiamento politico o istituzionale. È questo che ha continuamente insegnato ai suoi nell'esaltante esperienza della Guardia di Ferro. (Aldo Di Lello, "Secolo d'Italia", 12 maggio 1990)

Corneliu Z. Codreanu, Circolari e manifesti, pp. 232, 12,86

Cadrebbe in grave errore chi, per un riflesso semplicistico, includesse quest'opera fra la "letteratura minore" dedicata al fenomeno legionario romeno. Al contrario, pochi testi ci appaiono più illuminanti di questo che definiremmo quasi un vademecum dello stile e della dottrina della Guardia di Ferro. Raccolta di testi sparsi fra il 1927 e il 1938, Circolari e manifesti è, innanzitutto, una miniera di dati sulle attività della Legione. (…) Ma se indubbio è il valore documentario pratico del testo, non meno trascurabile ne è l'aspetto di specificazione di una mentalità, di uno stile, di un modello - collegati all'ideale di "rivoluzione interiore" del movimento legionario e al tentativo di creare attraverso di esso un uomo nuovo. (Marco Tarchi, "Linea", 15-30 novembre 1980)

Guardia di Ferro, Al passo con l'Arcangelo. Ritmi legionari, pp. 150, 20.000

È apparsa in Italia, a Parma, un'opera di eccezionale valore storico, sotto il titolo Al passo con l'Arcangelo. In effetti il canto legionario riflette qualcosa del ritmo celeste, delle trombe invisibili degli eserciti arcangelici. (…) L'opera può dirsi bipartita. La prima comprende una serie di articoli e saggi che spiegano l'essenza del canto legionario, gli stati spirituali da cui volta per volta esso si è sviluppato. (…) La seconda parte comprende la maggioranza del patrimonio poetico della Legione, tradotto in italiano secondo il ritmo originario da C. Mutti. Un lavoro che denota grande abilità e una profonda conoscenza delle due lingue. Ogni canto legionario è preceduto da una nota, nella quale vengono spiegate le circostanze in cui il canto è comparso e il suo significato nel contesto della lotta legionaria. La maggior parte del patrimonio poetico della Legione, che accordava al canto un'importanza primaria. Due testimonianze sul canto legionario, dovute a Ion Mânzatu e a Radu Gyr, i due creatori dei canti legionari più sublimi. Un'opera di qualità eccezionale. ("Tara si Exilul", XIX, 7-8, maggio-giugno 1983)

Ion Banea, Il Capitano, pp. 126, 9,26

Questo libro di Banea venne originariamente pubblicato dall'ufficio propaganda del movimento legionario al fine di alimentare la popolarità della figura di Codreanu; descrivendone l'itinerario esemplare, dall'infanzia all'ingresso in Parlamento, passando per le lotte studentesche e le detenzioni carcerarie, il testo rientra in un genere letterario che caratterizzò un periodo avido di personalità carismatiche da contrapporre allo squallido grigiore delle classi dirigenti. Il libro di Banea proponeva quindi al suo pubblico, con questa biografia del Capitano, un modello esemplare, un modello da cui spirava quel tipico stile di vita legionario che si tradusse in una milizia politica fatta di dedizione totale. Il libro non ambisce ad essere qualcosa di più di un documento. Ma si dà il caso che esso costituisca, se si esclude il libro autobiografico dello stesso Codreanu, l'unica biografia del Capitano della Guardia di Ferro attualmente disponibile. ("Aurora", 26, maggio-giugno 1995)

Horia Sima, Il crollo di un'oligarchia, 2 voll., pp. 260 + 316, 12,86 + 15,43

Lo scorso 25 maggio è morto in Spagna, ultraottuagenario, Horia Sima, che tra il 1940 e il 1941 fu vicepresidente del Consiglio dei Ministri nel governo presieduto dal generale Ion Antonescu. La notizia è stata ignorata dagli organi di stampa. Eppure Horia Sima ha svolto un certo ruolo nella storia del nostro secolo: impostosi alla guida del movimento legionario romeno dopo che nel 1938 il re Carol II ne aveva fatto eliminare il "Capitano" Corneliu Codreanu, Sima ebbe una funzione rilevante nel preparare l'insurrezione nazionale del 3 settembre 1940, che si risolse con la fuga del sovrano e con l'instaurazione dello "Stato nazional-legionario". Queste vicende, d'altronde, sono state narrate dallo stesso Horia Sima in un'opera di memorialistica uscita in Italia col titolo Il crollo di un'oligarchia.
"L'Umanità", 1 luglio 1993

"Conosco Horia Sima", scriveva Indro Montanelli in una corrispondenza inviata da Bucarest al "Corriere della Sera" nell'ottobre del 1940. (…) Nell'articolo scritto per il "Corriere", Montanelli riassumeva, con quasi cinquant'anni d'anticipo, quelle vicende avventurose che Sima ha raccontato in un'appassionante e storicamente utilissima opera di memorialistica, tradotta in italiano col titolo Il crollo di un'oligarchia. ("Storia verità", III, 16, luglio-agosto 1994)

Mihail Sturdza, La fine dell'Europa, pp. 510, 25,71

Il principe Mihail Sturdza, ministro degli Esteri della Romania nel governo nazional-legionario, servì nel corpo diplomatico del suo paese, pressoché ininterrottamente, per venticinque anni. (…) Queste memorie ruotano intorno a tre drammi fondamentali, collegati tra loro e poco noti al lettore italiano: il ruolo svolto dai patti dell'alleanza militare tra Francia, Cecoslovacchia e Urss nello scoppio della seconda guerra mondiale; i tentativi fatti dalla Germania per evitare la guerra all'ovest; la storia della Legione Arcangelo Michele. Il principe Sturdza ritiene che la Romania abbia rappresentato il perno degli avvenimenti che portarono alla guerra. In ogni caso, la lunga attività nel campo diplomatico gli ha consentito di venire a conoscenza di parecchi retroscena degli eventi del secolo che sta per chiudersi e di scrivere un libro che, per la prima volta, presenta una prospettiva est-europea della seconda guerra mondiale. Sarà dunque impossibile, d'ora in poi, scrivere una storia del secondo conflitto mondiale senza fare riferimento alle memorie del principe Sturdza. ("Rinascita", 29 maggio 1999)

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